L'economicità

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L'economicità
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Economia aziendale
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 25%

Ogni istituto che ha al suo interno una natura economica deve garantire un equilibrio istituzionale ed un equilibrio economico dal momento che sono tra di loro interconnessi. L'economicità, che rappresenta l'equilibrio economico di un istituto, è condizione fondamentale dell'equilibrio istituzionale.

Equilibrio istituzionale[modifica]

Si ha equilibrio istituzionale quando tutti i membri che compongono il soggetto di istituto condividono la missione, cioè il motivo per cui l'istituto esiste, i valori, le idee sull'ambiente in cui l'istituto opera (mercati, clienti, concorrenza etc.), la strategia, gli obiettivi e le iniziative di istituto, gli obiettivi del soggetto di istituto stesso. In altre parole si ha equilibrio istituzionale quando si ottengono risultati desiderati, e conseguentemente i membri del soggetto di istituto permangono nell'istituto, infatti l'abbandono di membri fondamentali per l'istituto indica che l'istituto non opera in equilibrio istituzionale. Si deve tener conto che si tratta di un equilibrio di lungo periodo dal momento che gli istituti hanno in sé carattere di continuità. I membri dell'istituto si aspettano che questo perduri nel tempo in modo da ottenere i risultati desiderati nel lungo periodo e anche oltre la propria vita (è il caso dei fondatori di un istituto).

Dire che un istituto è in equilibrio istituzionale implica che esso sia autonomo ovvero che le scelte sui fini dell'istituto e le modalità di governo spettano solo al soggetto di istituto e non ad altri fatta eccezione per quegli istituto che si trovano ad operare all'interno di un gruppo di istituti in cui è presente una gerarchia.

Equilibrio economico[modifica]

Si ha equilibrio economico, ossia economicità, quando esiste un equilibrio tra componenti positivi e negativi di reddito che assicura rimunerazioni soddisfacenti del capitale di rischio e del lavoro. In altre parole un istituto è in condizione di economicità quando è in grado di rimunerare tutte le condizioni dell'attività economica necessarie allo svolgimento delle combinazioni economiche senza la copertura di altre economie.

Per un istituto di tipo familiare l'economicità si ottiene quando le condizioni di svolgimento dell'azienda familiare assicurano una vita duratura economica che contemporaneamente assicuri i fini istituzionali economici:

  • consumi di famiglia secondo posizione sociale e secondo progresso del tenore di vita, se necessario, in riferimento alle condizioni di ambiente;
  • conseguente reddito (di lavoro e di gestione patrimoniale) netto di esercizio, tale da consentire un risparmio di esercizio capace di generare o mantenere un conveniente patrimonio di esercizio e di rivalutazione.

Relazioni tra equilibrio istituzionale ed equilibrio economico[modifica]

Abbiamo detto che l'economicità è una condizione necessaria per l'equilibrio istituzionale. Va precisato che molte aziende nel breve e medio periodo non si trovano in condizioni di equilibrio economico, pur mantenendo inalterato la composizione dei membri di istituto. Questo è dovuto al fatto che i soggetti di istituto rinunciano a una parte delle rimunerazioni attese, per un determinato periodo, affinché l'economicità dell'istituto sia ripristinata e conseguire nel lungo periodo i risultati desiderati. Le conseguenze di un disequilibrio economico di lungo periodo possono manifestarsi con un disequilibrio istituzionale. Le fattispecie principali sono:

  • l'istituto perde la propria autonomia in quanto altri istituti "si fanno carico" di recuperare l'economicità ottenendo però un proprio margine decisionale e proprietario che denatura il soggetto d'istituto originale (parzialmente o interamente);
  • l'istituto termina la propria attività;

Fini economici d'istituto[modifica]

L'economicità è un principio cui gli istituti si ispirano per perseguire i fini economici e mantenere le condizioni di funzionamento dell'azienda, che rappresenta l'astrazione dell'ordine prettamente economico di un istituto. Si presenta cioè come regola di condotta aziendale, che garantisca autonomia e durabilità, e come verifica delle condizioni di equilibrio reddituale e finanziario.

L'economicità delle imprese[modifica]

In generale possiamo dire che un'azienda svolge la propria attività secondo economicità se vengono rispettate alcune condizioni necessarie.

Equilibrio reddituale[modifica]

Indica l'equilibrio tra i componenti positivi e negativi di reddito, e cioè la capacità della gestione di rimunerare i fattori di produzione e il capitale di rischio (ed eventuali capitali di prestito) attraverso i componenti positivi di reddito. In generale diciamo ha senso porre la questione dell'equilibrio reddituale guardando al lungo periodo, tenendo però in considerazione la natura dell'attività economica nell'azienda secondo i processi produttivi e i cambiamenti dell'ambiente in cui l'impresa opera. Se si tratta di un'azienda i cui processi produttivi sono di breve periodo allora diciamo che l'impresa sarà in equilibrio reddituale se ogni processo produttivo permette di realizzare un equilibrio tra ricavi e costi. Parimenti se la produzione copre un periodo lungo (pluriennale) allora si dovrà riscontrare l'equilibrio sulle singole commesse in svolgimento. In sostanza è una formula che deve determinare un equilibrio sia per quanto riguarda i tempi sia per quanto riguarda le forme di sostentamento dell'impresa durante i processi produttivi, e cioè garantire che l'impresa, attraverso finanziatori che si assumono i relativi rischi (conferenti di capitale di rischio o di prestito), riesca a coprire le spese necessarie per avviare la produzione e gli eventuali periodi di disequilibrio di breve periodo al fine di raggiungere l'equilibrio di lungo periodo.

Un altro fattore che deve includersi nella determinazione della "formula di equilibrio" è l'oggetto di riferimento. Se si di una singola azienda si ricerca un equilibrio, detto equilibrio aziendale, se ci riferiamo a un gruppo di aziende si ricerca un altro tipo di equilibrio, detto equilibrio di gruppo. L'equilibrio di gruppo deve essere valutato adeguatamente, riconoscendo alcune fattispecie di equilibrio aziendale:

  • l'azienda di un gruppo sarebbe in condizione di disequilibrio economico se presa singolarmente, ma continua a svolgere la propria attività perché rappresenta una specifica coordinazione (funzione) del gruppo; al contrario un'azienda che si trova in equilibrio economico, singolarmente, è da ritenersi in questa condizione solo grazie alle favorevoli condizioni di scambi interaziendali;
  • l'azienda non si trova in equilibrio reddituale ma viene mantenuta in vita perché permette ad altre aziende di trarne vantaggi e opportunità che non siano dei componenti positivi di reddito.

Efficienza[modifica]

L'efficienza di un'azienda è una condizione per la sua economicità, e si misura in termini di rendimento fisico-tecnico dei processi produttivi. Accade cioè che un'azienda che ha particolare condizioni di mercato (ad esempio una condizione di monopolio legale) riesca a conseguire un equilibrio reddituale ma presenta delle gravi lacune in termini di operazioni e processi, gestione ed organizzazione. Un'azienda in questa condizione potrebbe ad esempio penalizzare l'economicità di un'altra azienda che ha ritorsioni su un intero sistema.

In generale l'efficienza si esprime individuando ed esprimendo la relazione tra risultati conseguiti e mezzi impiegati all'interno di una determinato settore aziendale o un determinato processo della produzione.

Alcuni metodi di lavoro sono orientati all'efficienza in termini di riduzione degli sprechi di risorse e di tempi, e sono coadiuvati dall'innovazione tecnologiche e metodologica dei processi. È il caso di soluzioni organizzative come il just in time e la total quality.

Congruità[modifica]

La congruità viene vista sotto tre aspetti: Prezzi. Tra prezzo-costo che è quello che deriva dall'acquisizione di fattori produttivi e prezzo-ricavo che deriva dalla cessione del prodotto. Devono essere adeguati alle condizioni di mercato. Remunerazioni dei prestatori di lavoro. Anche queste devono essere congrue al mercato, infatti esistono i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro che servono proprio per stabilire alcune condizioni basiche sulle retribuzioni. Remunerazioni dei conferenti capitale di rischio che riguarda coloro che apportano capitale di rischio nell'impresa. Sono soggetti al costo opportunità cioè ciò a cui si deve rinunciare per effettuare una scelta economica ed è pari al valore della migliore alternativa.In altri termini il è costo che si crea quando questi soggetti rinunciano ad un investimento certo per apportare capitale in un' impresa soggetta al rischio economico.