Graziano

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Graziano
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Diritto canonico

Con il Decretum Gratiani o Decretum Magistri Gratiani o Concordia discordantium canonum, di cui si conoscono varie recensioni, si mette ordine in oltre mille anni di canoni contrastanti di storia della Chiesa, realizzando privatamente un codice (mai ufficialmente promulgato) che fu contemporaneamente applicato nei tribunali ecclesiastici (che nel Medioevo si occupavano spesso, altresì, di giurisdizione civile) e, per l'insegnamento, nelle scuole di arti liberali di tutta l'Europa cristiana.

Tale lavoro costituisce la indiscussa pietra angolare del Corpus Iuris Canonici (abrogato soltanto nel 1917 dal Codex Iuris Canonici) e altresì il testo base per l'insegnamento di una scienza nuova, ovverosia il diritto canonico, finalmente separato dalla teologia e da allora insegnato come scienza autonoma. Graziano, che era anzitutto un insegnante fa un uso massiccio delle quaestiones e della logica rispettivamente utilizzate come metodo e materia d'insegnamento nelle scuole di arti liberali nel secolo XI.

A partire dal 1130-1131 egli subì il fascino e l'influenza degli insegnamenti della scuola teologica francese, al tempo in cui era in corso di redazione una rielaborazione del Sic et Non di Pietro Abelardo, personaggio questo che Graziano ebbe probabilmente modo di conoscere nel mese di gennaio del 1131, nel nord della Francia, quando egli faceva parte dell'entourage di Innocenzo II. In effetti, Graziano ampliò la sua opera con nuovi apparati, comunemente denominati "De penitentia" (presente, in forma ridotta, nella prima versione del Decretum) e "De consecratione", essendo tali ipotizzate addizioni il probabile frutto di approfondimenti teologico-giuridici maturati nel nord della Francia. Tuttavia, non è da escludersi che il Magister Gratianus abbia avuto modo di conoscere gli insegnamenti d'Anselmo d'Aosta, della scuola teologica di Anselmo di Laon, dei loro discepoli e forse di altre scuole teologiche francesi, ben prima dello scisma del 1130; sul punto vi è dibattito tra gli studiosi.

Graziano, in particolare, è considerato il fondatore del diritto canonico e realizzò quantomeno la prima versione della celebre Concordia discordantium canonum per la redazione della quale si servì, tra l'altro, della Lex Romana Wisighotorum (che continuava a essere utilizzata nella "Tuscia Longobardorum" anche dopo la fine del Regnum dei Longobardi) e di collezioni di canoni che circolavano al tempo di Pasquale II (1099-1118). Tale originaria versione del Decretum, nella recensione "intermedia" (probabilmente oggetto di alcune variazioni all'inizio del pontificato d'Innocenzo II), è sopravvissuta in quattro manoscritti conservati a Firenze, Admont (nelle Alpi Austriache), Parigi e Barcellona[1]. Essa contiene all'incirca la metà dei canoni della versione definitiva dell'opera e, nella versione originaria, fu probabilmente completata al tempo di Callisto II (1119-1124), essendo tale datazione confermata da una fonte del sec. XIII dove si dice che al tempo di Callisto II Graziano completò la sua opera, mentre può verosimilmente farsi risalire all'inizio del pontificato di Innocenzo II il completamento della versione "intermedia", sopravvissuta nei citati quattro manoscritti. Dopo il suo rientro dalla Francia, specie a partire dal 1139, anno in cui ebbe luogo il Concilio Lateranense II, si hanno notevoli ampliamenti della Concordia discordantium canonum, con l'inserimento di molti nuovi canoni, tra cui "auctoritates" di diritto romano giustinianeo e canoni dei concili lateranensi del 1123 e del 1139, non presenti nell'originaria versione, tanto che il suo contenuto finì quasi per raddoppiare. Secondo una fonte del secolo XII tali ampliamenti furono realizzati a Roma a partire dal 1139 con l'aiuto di un discepolo del non più giovane Magister Gratianus, ovverosia il senese Rolando Bandinelli che sarà pontefice con il nome di Alessandro III (1159-1181). Non è da escludersi che Graziano e Rolando siano stati ospitati nell'abbazia dei Santi Vincenzo e Anastasio fuori le mura dall'abate Bernardo dei Paganelli di Pisa, che sarà papa con il nome di Eugenio III (1145-1153).

L'originaria versione del Decretum è un'opera pensata per l'insegnamento nelle scuole di arti liberali e altresì per l'uso pratico nei tribunali ecclesiastici, probabilmente compilata nella scuola di arti liberali di Chiusi dove si trovava un fornito scriptorium, dove si teneva giustizia ecclesiastica e dove era fortemente sentita, per le peculiare situazione, l'esigenza di "concordantia canonum", tanto che le collezioni di canoni (come quella di Anselmo da Lucca) poco equilibrate, ovverosia palesemente sbilanciate a favore di una delle parti contendenti nella lotta per le investiture, erano probabilmente destinate all'insuccesso; in alcune fonti del secolo XII tale luogo è denominato Claustrum Sancti Secundiani Clusini Episcopatus.

Del Decretum è stata scoperta una singolare versione denominata Exserpta ex decretis sanctorum patrum conservata nell'abbazia di San Gallo in w.Svizzera[2], contenente canoni sia dell'originaria versione, sia della versione definitiva dell'opera, forse una abbreviatio, ovverosia degli "Estratti" (Excertpa) "tratti da" (ex) i Decreta (così i discepoli di Graziano chiamavano la Concordia discordantium canonum, contenente moltissimi canoni "dei Padri della Chiesa" [Sanctorum Patrum]); sul punto vi è dibattito tra gli studiosi.

Il Decretum ebbe immediata diffusione, specie in Francia e in Germania, anche grazie alle summae di Rolando e del francese Rufino, che diedero vita al fenomeno della decretistica. Con le decretali di papa Alessandro III, interpretative del Decretum, si inaugura l'era della decretalistica. Inoltre, il Decretum ebbe sempre e comunque importanza nella storia, anche se mai fu promulgato ufficialmente; perse parzialmente d'attualità dopo il 1179 con il Concilio Lateranense III, sebbene continuò ad essere aggiornato dai discepoli di Graziano per tutto il secolo XII, rimanendo per secoli la pietra angolare del Corpus Iuris Canonici.

La sua spontanea diffusione, accettazione e applicazione a livello europeo derivano dalla sua intrinseca genialità, saggezza e utilità; in effetti, l'opera era formata da una sistematica raccolta di precetti contrastanti dei quali era trovata la sintesi attraverso un nuovo e definitivo ordine, in modo razionale, con spirito di grande coerenza e umanità, grazie a una sofisticata tecnica interpretativa sorretta da passi dottrinali dello stesso Graziano (i dicta] del Maestro o dicta magistri). Nella didattica il Decretum dà origine a una tradizione di glossatori specialisti (i Decretisti), che si affiancano ai giuristi parallelamente impegnati nello studio del diritto romano giustinianeo, mentre nella pratica diventa il punto di riferimento per la prassi giudiziaria dei tribunali ecclesiastici.

Sono in corso studi sulla vita del Magister Gratianus. Di certo egli morì il 10 agosto come rivela un necrologio della metà del secolo XII conservato nella Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena, in qualità di Gratianus Clusinus Episcopus.

Struttura del Decretum[modifica]

La versione definitiva del Decretum (c.d. “vulgate version”) consta di tre parti:

  • I parte divisa in 101 distinctiones (ogni parte in cui si chiarisce un argomento a partire dai suoi principi generali e dalle contraddizioni cui dà luogo, operando una serie di suddivisioni successive sempre più puntuali), a loro volta divise in capitoli). Le prime 20 distinctiones considerano i problemi generali del diritto, le altre 81 trattano invece del governo ecclesiastico e della sua disciplina tramite le varie cariche (vescovi, gerarchia ecc.).
  • II parte divisa in 36 causae (controversie figurate, casi fittizi che introducono una discussione giuridica) dedicate a temi vari (diritto penale e processuale, il patrimonio ecclesiastico e il matrimonio) e divise in quaestiones (singoli problemi giuridici) e poi in capitoli, ognuna su un problema ipotetico per il quale vi sono varie soluzioni (p. es.: la Causa I dedicata alla simonia, le 2-7 alla procedura, le 16-20 ai monaci e alla loro disciplina, le 27-36 al matrimonio). Per ogni Quaestio, Graziano illustra le sue soluzioni, con i suoi dicta. Nella Causa 33, nell'ambito del trattato sul matrimonio, dopo la quaestio II da un continuatore di Graziano ne è stata aggiunta un'altra molto ampia sulla penitenza (un vero e proprio Tractatus de poenitentia suddiviso in 7 distinctiones).
  • III parte suddivisa in sole 5 distinctiones, relativa a un trattato sui sacramenti che è stato anch'esso aggiunto dopo la redazione originaria ed è privo dei dicta magistri.

Graziano e Irnerio[modifica]

La cronaca duecentesca lasciataci dall'abate del monastero tedesco di Ursperg (Chronicon Urspergense di Burcardo di Biberach) contiene un noto passo nel quale viene presentato un parallelo tra le figure di Graziano e Irnerio, che sottolinea la forte analogia tra le iniziative dei due giuristi.
In tal modo viene ancor più evidenziato il ruolo avuto da Graziano come primo sistematore del diritto canonico e quello avuto da Irnerio come autore della prima raccolta sistematica del diritto romano giustinianeo in seguito a una petitio (un invito) della contessa Matilde di Canossa.

«Huius temporibus magister Gratianus canones et decreta, quae variis libris erant dispersa, in unum opus compilavit adiungensque eis interdum auctoritates sanctorum patrum secundum convenientes sententias opus suum satis rationabiliter distinxit.
Eisdem quoque temporibus dominus Wernerius libros legum. Qui dudum neglecti fuerant nec quisquam in eis studuerat, ad petitionem Mathildae comitissae renovavit et secundum quod olim a divae recordationis imperatore Iustiniano compilati fuerant, paucis forte verbis alicubi interpositis, eos distinxit. In quibus continentur instituta prefati imperatoris, quasi principium et introductio iuris civilis; edicta quoque pretorum et aedilium curulium, quae rationem et firmitatem prestant iuri civili, haec in libro Pandectarum, videlicet in Digestis continentur; additur quoque his liber Codicis, in quo imperatorum statuta describuntur; quartus quoque liber est Autenticorum, quem prefatus Iustinianus ad suppletionem et correctionem legum imperialium superaddidit”»

Note[modifica]

  1. Anders Winroth, The Making of Gratian's Dedretum, Cabridge University Press, 2000
  2. Carlos Larrainzar, El borrador del la "Concordia" de Graziano: Kankt Gallen, Stiftsbibliothek MS 673 (=Sg), in Ius ecclesiae: Rivista internazionale di diritto canonico, 1999, n. 9, 593-666

Collegamenti esterni[modifica]