Geologia della Lombardia

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Geologia della Lombardia
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Geologia regionale

Per gli aspetti geologici di formazione della regione Lombardia possiamo ricollegarci a quello che abbiamo già scritto per ciò che riguarda il Piemonte e la Valle d'Aosta.

La Lombardia non si discosta di molto dalle altre due regioni già trattate per cui in questa lezione tratteremo le formazioni geologiche particolari divise per sito.

Le Prealpi Lombarde[modifica]

Formazione geologica delle Prealpi Orobie[modifica]

La formazione delle Prealpi Orobie ha inizio nel Miocene circa 20 milioni di anni fa, durante il processo orogenico di sollevamento delle Alpi l'Orogenesi Alpina. Le rocce che formano la catena montuosa sono per lo più di origine metamorfica: gneiss, micascisti e filladi. Affiorano rocce di tipo sedimentario lungo lo spartiacque, e più precisamente: conglomerati e arenarie, tra di essi il Verrucano lombardo, caratteristico della zona del Pizzo dei Tre Signori. La morfologia delle valli orobiche è il risultato dell'azione combinata di vari fattori. L'erosione dei versanti prodotta dall'azione dei ghiacciai e da quella delle acque. I torrenti, hanno lasciato segni evidenti nel tratto finale delle valli, modellando profonde forre prima di sfociare nell'Adda. A testimoniare l'azione dei ghiacciai i caratteristici profili a "U" dei tratti più in quota delle valli, le rocce montonate cioè levigate dallo scorrimento del ghiaccio, e diversi laghetti alpini di origine glaciale. Per la loro diversa composizione del substrato, morfologia variegata e elevata escursione altitudinale le Alpi Orobie custodiscono differenti ambienti che sono caratterizzati da particolare componente vegetale ed animale. L'esigenza di tutela di questa biodiversità, ha portato nel 1989 all'istituzione del Parco delle Orobie Valtellinesi, un parco regionale montano-forestale.

Lombardia centrale[modifica]

Il territorio Lecchese[modifica]

Il territorio di Lecco si è formato nel periodo che va da 250 a 26 milioni di anni fa. Esso è frutto dell'azione orogenetica e di quella dei ghiacciai e dei fiumi che hanno modellato la superficie. La parte settentrionale della provincia di Lecco appartiene al sistema alpino, il Monte Legnone (m. 2610) rappresenta la vetta più elevata ed è caratterizzato dal processo orogenetico. Il resto del territorio montano della provincia è di tipo prealpino ed è diviso da quello alpino dalla linea insubrica. La zona collinare è di tipo morenico, si è originata dal trasporto di materiale fluvio-glaciale durante le fasi di espansione e ritiro dei ghiacciai. Le rocce che appartengono al sistema alpino sono rocce metamorfiche che hanno avuto origine da trasformazione di altre rocce esse sono predominanti in Val Varrone. Nelle Grigne e Resegone appaiono rocce sedimentarie originatesi dal deposito di materiale marino di origine sia organica che inorganica. Nel territorio sono rinvenibili i massi erratici detti in dialetto "sas nègher" e "sas preguda" in comune di Valmadrera.

Geologia del territorio milanese[modifica]

Collocata al centro della Pianura Padana centro settentrionale l'area in cui sorge la città di Milano e la sua provincia è stata formata da terreni alluvionali quaternari. I terreni specifici vengono indicati con una generica accezione come "Diluvium recente" essi rappresentano il Livello principale della Pianura Padana, sono costituiti da terreni fluvioglaciali del Riss e depositi fluvio glaciali del Wurm. Si possono trovare anche terreni alluvionali ghiaioso-sabbioso nel territorio di Rho terrazzati e denominati "Alluvium Antico" per la specifica appartenenza all'Olocene legati alla tracimazione alluvionale del fiume Olona. Il "Diluvium recente" costituito da alluvioni fluvioglaciali ghiaiose che possono essere localmente molto grossolane, costituite da ciottoli di grosso spessore e grandezza e paleosuolo argilloso giallo-rossiccio di spessore medio. Il terreno che appartiene all'"Alluvium antico" forma depositi che attualmente costituiscono gli alvei dei corsi d'acqua. I terrazzi che si sono sviluppati lungo il corso del fiume Olona sono costituiti da residui ghiaiosi e ghiaioso sabbiosi di alluvioni fluviali. La pianura su cui sorge la città di Milano è caratterizzata da un assetto uniforme omogeneo con quote sotto i 100 m s.l.m. l'area apaprtiene alla media pianura alluvionale. L'aspetto fondamentale è quello di una estrema uniformità tipico delle zone di pianura, interrotto qua e là dal reticolo idrografico naturale ed artificiale. I fiumi Lambro e l'Adda confluiscono verso la città di Milano costituendo la base del territorio proprio quando è terminato il grande sinus padanum, che era il grande paleomare che entrava ed occupava un'apertura dell'Adriatico esso arrivava fino alle falde delle montagne briantee e nel periodo glaciale si è ritirato riempito dallo scioglimento dei ghiacciai in fiumi.

La Brianza[modifica]

Il deposito alluvionale che a Milano si è arricchito e stato minore nelle zone brianzole perché più alte. L'alluvione stessa, con il lavorio dell'acqua di superficie ha portato alla luce un paleosuolo, territorio molto antico, marino, che a Milano risulta molto profondo mentre in Brianza è in superficie. La maggior parte del territorio è stata coperta dal grande mare nell'ultima glaciazione in cui compare la presenza marina e riappare la componente delle zone collinari circondate da zone lacustri. L'ultimo quaternario (100.000 anni fa) è il momento della glaciazione dopo cui 60.000 anni fa compare l'uomo. Per quanto riguarda la storia in generale del territorio di Brianza, pensiamo che si presentasse tale località dal punto di vista geologico che consiste in una delle questioni più difficili da commentare, da studiare e comunicare, perché riguarda una serie di analisi difficili da fronteggiare, in quanto trattasi di una terra non omogenea ed unitaria come la Pianura Padana, ma di una zona lacuale, collinare ed anche ,infine, pianeggiante. Per ognuna di queste zone esiste una formazione separata. Se nella zona Alpina e Prealpina si fa riferimento al periodo terziario delle grandi glaciazioni e trasformazioni montuose, per la zona collinare dobbiamo considerare il detrito accumulato e per la zona lacuale allo scioglimento dei ghiacciai. Il momento della formazione dei laghi, dello scioglimento dei ghiacciai, costituisce un periodo terribile per l'uomo il mesolitico Il mesolitismo esiste in Brianza ed è conosciuto attraverso non tanto il materiale raccolto o raccoglibile e reperibile e risulta determinato dalle formazioni geologiche stabilitesi in questo periodo. Il mesolitico avrebbe una buona documentazione nella celebre grotta briantea denominata ”il buco del piombo”, ma purtroppo gli scavi sono stati condotti con scarsa professionalità, o comunque ripresi a tappe ed in modo così confuso con reperti di materiale posteriore (epoca neolitica, età del ferro ecc…) per cui la ricerca è ancora affidata alla possibilità di trovare altri luoghi dove i reperti del mesolitico potrebbero , almeno intatti, tornare alla luce. Nella zona vicino ad Erba si è riscoperto qualcosa, ma a livello di strumenti molto piccoli, dalle esigue proporzioni per cui risulta difficile il riconoscimento e la datazione per un'eventuale archiviazione museale.

Lombardia orientale[modifica]

Il territorio bresciano ed il Lago di Garda[modifica]

caratteristica geologica importante della zona est della lombardia è il Lago di Garda.[1]

Formazione geologica della Val Trompia[modifica]

In Val Trompia sono presenti veri e propri termini vulcanoclastici: tufi conglomeratici e porfiriti. Questi depositi terrigeni derivano dallo smantellamento di edifici vulcanici situati a sud, nell'attuale area padana. Sono stati riconosciuti da studi petrografici termini vulcanici dacitici e andesitici, tipici degli attuali archi magmatici di tipo Pacifico (come l'attuale Indonesia), che indicano un contesto geodinamico di tipo collisionale (Garzanti, 1985). Le strutture sedimentarie (laminazioni incrociate e gradazioni dirette) sono riferibili a correnti d'acqua di tipo fluviale. L'associazione di facies sedimentaria è interpretabile come un complesso alluvionale di clima semiarido passante gradualmente verso nord ad edifici deltizi e poi a facies finemente stratificate di prodelta. Gli affioramenti attuali registrano la presenza di almeno due grandi edifici deltizi, corrispondenti alle due aree di affioramento principali sopra descritte (Val Brembana e Val Trompia-Val sabbia) e separate da un'ampia baia marina a sedimentazione carbonatica e mista (F.ne di Gorno). Lo spessore della formazione è molto variabile (stanti i rapporti laterali descritti) e raggiunge i valori massimi (intorno a 400 m) nell'area di affioramento orientale (Val Trompia).

L'Arenaria di Val Sabbia è un'unità stratigrafica costituita tipicamente da litotipi terrigeni a forte componente vulcanoclastica (cioè contenenti materiale di derivazione vulcanica eroso e risedimentato): alternanze di arenarie tufacee in strati tabulari e lenticolari di spessore decimetrico (40–80 cm) e livelli decimetrici di siltiti e peliti verdi e rosse.

Il calcari di Domaro[modifica]

In Lombardia orientale, nell'area tipo di affioramento, il Calcare di Domaro giace in concordanza stratigrafica sopra il Calcare di Gardone Val Trompia (una formazione composta da calcareniti di origine torbiditica). Nel resto della Lombardia, la formazione in esame poggia sopra il Calcare di Moltrasio (Hettangiano-Carixiano superiore), con una transizione abbastanza rapida (generalmente pochi metri). In Lombardia orientale la formazione passa superiormente alla Formazione di Concesio (Toarciano-Batoniano), una formazione composta alla base di marne varicolori (verdi-rossastre e violacee). Il Calcare di Domaro raggiunge spessori prossimi ai 300 m nell'area tipo (di cui circa 200 attribuibili al membro inferiore e 100–120 m al membro superiore). Nella stessa area, l'unità presenta rapporti di eteropia laterale con livelli grossolani (“Medolo Caotico”) e con il “Corso Rosso” di Botticino. In Lombardia centro-occidentale, l'unità presenta spessori variabili da pochi metri (in contesti di paleo-alto) ad alcune decine di metri, e in alcuni settori (Alta Brianza) passa lateralmente a calcari in facies di rosso ammonitico, una facies di altofondo pelagico molto ricca di Ammoniti.). Sempre nel settore centro-occidentale, il Calcare di Domaro è ricoperto (a seconda del contesto bacinale di appartenenza) dal Rosso Ammonitico Lombardo o dalla Formazione di Sogno.

La formazione è stata originariamente istituita come stratotipo del sottopiano stratigrafico Domeriano [1], sulla base della ricca fauna ad Ammoniti del Monte Domaro [2]. Dagli studi successivi, Il Calcare di Domaro risulta riferibile in base al contenuto paleontologico (Ammoniti e Coccolitofore, alghe planctoniche unicellulari) al tardo Carixiano, al Domeriano e al Toarciano basale.

L'Isola di Sirmione[modifica]

Si tratta di un sottile lembo di terra che si estende sulle acque del lago tra Desenzano e Peschiera. Questa isola collegata a terra dal ponte del Castello Scaligero è costituita da formazioni rocciose notevolmente interessanti sia dal punto di vista litologico che strutturale. collegandosi a questo sito si può ottenere una descrizione geologica dettagliata del luogo:[2]

Collegamenti utili[modifica]

Tabella delle formazioni dei suoli e delle rocce: [3]

Corsi universitari di studio della Geologia regionale della Lombardia[modifica]

Sono diversi e si dividono tra le varie università lombarde, qui ve ne indichiamo solo alcuni: Università di Milano: [4]

Centro di Geoscienze del C.N.R. di Pavia: [5]

Note[modifica]

  1. Il piano stratigrafico Pliensbachiano viene suddiviso nei sottopiani Carixiano e Domeriano
  2. Bonarelli G. (1894). Contribuzione alla conoscenza del Giura-Lias lombardo. Atti R. Acc. Sc. Torino, 30, p. 18.