Architettura gotica

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Architettura gotica
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Storia dell'architettura
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Il termine gotico si diffuse nel XV secolo e venne utilizzato dagli umanisti italiani per indicare, con un'accezione dispregiativa, l'architettura coeva e quella dei secoli immediatamente precedenti. La parola richiama infatti i Goti, una popolazione barbara, ed era usata per sottolineare il giudizio negativo che veniva dato dell'architettura medioevale, ritenendola inferiore agli esempi provenienti dall'antichità classica.[1]

In seguito il termine gotico è stato utilizzato per definire lo stile architettonico che nacque a Parigi, nell'Ile de France, nel quarto decennio del XII secolo[2] e che è stato variamente interpretato come l'espressione del Cattolicesimo, del carattere nazionale, dell'onestà strutturale, della filosofia scolastica.

Il suo sviluppo corrisponde all'inizio di una nuova fase di stabilità e prosperità per l'Europa dopo il 1100, con nuovi centri di sviluppo economico e culturale e la comparsa della piccole e grandi città. In questo periodo c'è la nascita dell'idea di Stato nazionale in Inghilterra, Francia e Spagna e lo sviluppo della vita intellettuale culminante nella filosofia scolastica di Tommaso d'Aquino.

Molti sono gli elementi che caratterizzano questa architettura: la volta a costoloni, l'arco acuto, una struttura più leggera, la suddivisione degli spazi interni, il verticalismo, le vetrate e la luce. In tutti i paesi europei l'architettura gotica si esprime con almeno alcune di queste caratteristiche, ma assume in ogni realtà sociale una sfumatura diversa.

Francia[modifica]

È a Parigi che si colloca tradizionalmente il primo sviluppo dell'architettura gotica, il cosiddetto gotico classico che si evolverà col tempo nel gotico radiante (gotico rayonnant) e successivamente nel gotico fiammeggiante (gotico flamboyant) sviluppando e raffinando sempre di più i canoni e le idee che caratterizzano questo stile.[2]

Gotico primitivo[modifica]

Deambulatorio della chiesa di Saint-Denis a Parigi

La chiesa abbaziale benedettina di Saint-Denis a Parigi era il luogo di sepoltura dei re Capetingi (X-XIV secolo) ed era quindi un luogo estremamente importante per la Chiesa francese e per l'intera nazione. Nel XII secolo la chiesa di età carolingia versava però in uno stato preoccupante ed era troppo piccola per ospitare tutti i pellegrini che la raggiungevano per venerare le reliquie dei sovrani. Per questo motivo intorno al 1140 l'abate Suger (a volte italianizzato in Sugerio) decise di modificare alcune parti della chiesa: il capocroce e il nartece.[3]

Suger è una delle figure più importanti dell'epoca: fu primo ministro di Luigi VI e Luigi VII, e contribuì alla nascita della monarchia assoluta francese, che si sarebbe pienamente affermata con Luigi XIV. In questa prospettiva si pone il suo intervento nell'abbazia di Saint-Denis: aumentare lo splendore di uno dei luoghi simbolo del regno. Influì inoltre su di lui la dottrina, ricavata dalla lettura di Giovanni Scoto, secondo cui Dio è "luce trascendente", un'idea che veniva fatta risalire al filosofo "Dyonisius" (cioè lo pseudo Dionigi Aeropagita, talvolta confuso con san Dionigi, primo vescovo di Parigi). Questi aveva accostato il cristianesimo al neoplatonismo di Plotino, per il quale gli aspetti dell'essere sono emanazioni dell'Uno, ed era giunto ad affermare che le cose visibili sono "luci materiali" che riflettono la luce divina. In base a questa idea, Suger giustificava il suo amore per gli oggetti riccamente decorati.[4]

Sviluppo dei livelli della navata

I 4 livelli della cattedrale di Noyon

I 3 livelli della cattedrale di Langres

Particolare importanza ebbe la modifica del capocroce. Nel deambulatorio vennero usati elementi come l'arco acuto, le volte a costoloni e le cappelle radiali, che erano già presenti nell'architettura romanica. La novità fu la sostituzione delle pesanti pareti divisorie con snelle colonne, facendo in modo che lo spazio tra le cappelle fluisse liberamente. La struttura si presta così ad accogliere giochi di luci e ombre che creano una tensione verticale verso l'alto. Queste novità, che rispecchiavano le idee di Suger, caratterizzeranno il gotico nelle costruzioni successive.[5]

La chiesa di Saint-Denis subirà successive trasformazioni (1231-1281), ma con questi primi accorgimenti aveva dato inizio a un nuovo stile costruttivo.

Il progetto della facciata prevedeva due torri simmetriche, ma una fu demolita perché creava problemi. È divisa in tre fasce scandite da paraste, il secondo livello presenta trifore ogivali ai lati e un grande rosone centrale. Altro elemento tipo gotico è il portale strombato suddiviso da una serie di ghiere sempre più piccole tutte decorate con elementi plastici.

Proto-gotico dell'Ile de France[modifica]

Nello stesso periodo furono apportate modifiche ad altre cattedrali dell'Ile de France, che possono tuttora essere ammirate come esempi del primo gotico: si tratta delle cattedrali di Sens, Noyon, Laon e Notre-Dame (quest'ultima a Parigi).

La cattedrale di Sens presenta volte a crociera esapartite ogivali che poggiano su colonne binate. Questa struttura, che scarica i pesi delle volte sulle colonne, permette di svuotare lo spazio contenuto nella muratura al di sotto delle volte e di creare una serie di finestre: nasce così uno fra i primi esempi di claristorio.

La cattedrale di Noyon (iniziata intorno al 1150) ha una pianta a tre navate che presenta ancora elementi romanici come il transetto con terminazioni arrotondate e l'alzato a tre piani; ha però un deambulatorio unico e un'abside con finestre, come a Saint-Denis. Fa la sua prima comparsa un quarto livello inserito nelle pareti della navata principale tra matroneo e claristorio: il triforio, un livello intermedio che era caratterizzato da dei trafori che si aprivano sugli spazi secondari e che vivacizzava la struttura della cattedrale. Tuttavia non era ancora possibile, dal punto di vista strutturale, aprire anche questo livello all'esterno per creare ulteriore luminosità. Noyon rappresenta la prima soluzione per unificare la verticalità dell'arco acuto e l'orizzontalità data dai diversi livelli.[6]

La cattedrale di Laon (costruita dal 1160 in poi) presenta tre navate scandite da un ritmo uniformato. All'interno ricorda la struttura a quattro piani di Noyon, con la differenza che invece dei supporti alterni degli archi ha delle colonne cilindriche ispirate a quelle romane, un elemento particolarmente apprezzato tra i contemporanei. La cattedrale di Laon è famosa per la sua gaiezza esuberante e pittoresca, ma anche per le sue cinque torri: due in facciata, una per ogni transetto e una sul crocevia. Queste torri, previste dall'inizio e ispirate alla cattedrale romanica di Tournai, saranno realizzate solo a partire dal 1190. La facciata è dotata di grande profondità, con il portone strombato, le ghiere e i molti particolari decorativi plastici, elementi che segnano una divisione rispetto alla piattezza del precedente periodo romanico.[7]

La cattedrale di Notre-Dame a Parigi (iniziata nel 1163) è considerata l'edificio di passaggio verso l'era del gotico maturo. Presenta cinque navate e delle cappelle nei muri aggiunte successivamente non estradossate che si interrompono al livello del transetto. È presente un ritmo uniformato: volte esapartite, colonnine a tre elementi a scansione uniforme; il matroneo è praticabile. È inoltre una delle primissime cattedrali a impiegare l'arco rampante, un elemento di raccordo che serviva per scaricare le forze della copertura sui contrafforti esterni senza dover gravare sulle navate secondarie. Questo elemento è molto importante in quanto permise alle cattedrali successive del gotico maturo di svuotare ulteriormente dagli eccessivi appesantimenti.[8]

Gotico maturo[modifica]

Pianta della cattedrale di Chartres
Cattedrale di Chartres, facciata occidentale

La cattedrale di Chartres è considerata l'edificio chiave nello sviluppo del gotico maturo.[8] La struttura originaria fu distrutta da un incendio nel 1194 e ricostruita secondo il nuovo gusto che si stava diffondendo nell'Ile de France. Chartres era d'altra parte una ricca sede episcopale, la cui cattedrale ospitava la tunica indossata da Maria alla nascita di Gesù. Il culto mariano era particolarmente sentito e rivestiva un ruolo importante nell'economia della città: il vescovo e il suo capitolo organizzavano ogni anno quattro fiere in occasione delle quattro principali festività mariane (Natività, Annunciazione, Purificazione, Assunzione).

La riedificazione della cattedrale, che avrebbe di nuovo ospitato la reliquia salvatasi miracolosamente dall'incendio, fu resa possibile anche grazie alle donazioni provenienti dalla nobiltà e dai possidenti locali, ma anche dai lavoratori della città. La cattedrale di Chartres era quindi, allo stesso tempo, simbolo della fede religiosa ma anche della prosperità economica di una comunità, oltre a essere lo sfondo per varie attività civili, come il commercio e l'amministrazione della giustizia.[9]

Presenta tre navate con un transetto che si posiziona perfettamente a metà; proseguendo verso il presbiterio le navate diventano cinque e viene creato un doppio deambulatorio per enfatizzare il vero "centro" della chiesa. Viene inoltre sfruttata al meglio la presenza degli archi rampanti: questo permette di scaricare le forze direttamente sui contrafforti esterni, liberando il peso che gravava sul matroneo. Viene così eliminato questo livello e accentuata così la leggerezza della navata. I livelli diventano tre: gli alti archi, il basso triforio e il claristorio.[9]

La verticalità della struttura è enfatizzata anche dai pilatri polistili che dal pavimento giungono alla linea d'imposta delle volte, dove si fondono con le nervature.[8]

Questa cattedrale è molto importante perché:

  • sparisce la campata doppia facendo spazio a campate uniche rettangolari;
  • sparisce la divisione in sei vele delle volte, le vele diventano quattro;
  • entrambi i transetti hanno facciate proprie con ingresso.

La facciata della cattedrale presenta elementi tardo-romanici, risalenti alla struttura precedente all'incendio (costruiti attorno al 1134-1150). Le facciate dei transetti sono invece del XIII secolo. Il progetto iniziale prevedeva poi nove torri, ma ne furono costruite solo due; la torre di nord-ovest, in particolare, risale al 1140 ed è la prima torre in stile gotico, a cui nel 1507 fu aggiunta una guglia in stile flamboyante.[10]

Se quella di Chartres fu simbolo di prosperità, ancora maggiore fu il prestigio della cattedrale di Reims, che fu luogo di incoronazione dei Capetingi nell'Ile de France, regione che nel XIII secolo aveva assunto grande importanza politica e economica nella Francia cattolica. Iniziata nel 1210, presenta come Chartres un alzato a tre ordini, con volte quadripartite, archi rampanti e pilastri polistili, decorati e arricchiti però da numerose sculture. Si possono così ammirare gli angeli tra i pinnacoli esterni, i crochets, le gargouilles e vari motivi vegetali scolpiti sui portali, sui capitelli e sui fregi. A Reims fanno la loro prima comparsa anche i trafori a giorno: le bifore hanno un'unica vetrata sopra la quale viene inserito un traforo esalobato. Delle sei torri previste in origine ne verranno costruite solo due in facciata (XV secolo). La facciata è opera probabilmente di Jean de Loup: fu progettata verso il 1235 e terminata alla fine del XIII secolo, mentre la galleria superiore fu ultimata nel XV secolo.[11] I suoi tre portali aggettanti sono formati sul motivo dell'arco di trionfo e individuano maestosamente i tre ingressi alla cattedrale.

L'esempio classico del gotico maturo è però la cattedrale di Amiens. Anche questa fu ricostruita dopo un incendio, seguendo un progetto di Robert de Luzarches risalente al 1220. Fu preso come modello la cattedrale di Reims, ma furono realizzate delle volte più alte e ne vennero ulteriormente sviluppati i trafori. Qui le quadrifore sono infatti sormontate da tre trafori, in modo che la parete della cattedrale sembra dissolversi in una vetrata. I trifori, invece, finiscono per assomigliare a una fila di finestre che riprendono il claristorio sovrastante. Questo sarà un elemento importante nello sviluppo del gotico maturo.[12]

Gotico radiante[modifica]

Coro dell'abbazia di Saint-Denis

Il gotico rayonnant (radiante o raggiante) si diffuse nel corso del XIII secolo. La sua prima fase viene definita anche stile cortese perché strettamente collegata con il regno di Luigi IX (1227-1270). Il sovrano godette di grande prestigio come condottiero e come re cristiano, tanto da essere oggetto di venerazione quando era ancora in vita (soprattutto dopo il ritorno dalla settima crociata, nel 1254), e da essere canonizzato nel 1297. La Francia di quegli anni conobbe una grande prosperità economica e culturale, manifestata dalle tre opere architettoniche che negli anni quaranta del Duecento diedero vita al gotico radiante: la ricostruzione della chiesa abbaziale di Saint-Denis, la cappella di Luigi IX a Saint-Germain-en-Layne e la chiesa collegiata di St-Urbain a Troyes.[13]

Tra il 1231 e il 1281 l'abbazia di Saint-Denis a Parigi fu oggetto di nuovi interventi architettonici. Nel coro di Suger fu ricostruita la parte superiore e venne collegata al nartece tramite una navata e dei nuovi transetti. Sviluppando un'intuizione già presente nella cattedrale di Amiens, si pensò di trasformare il triforio in finestrature e a Saint-Denis la parete esterna del corridoio del triforio fu aperta a vetrate, mentre furono conservati i trafori verso la navata, che erano privi di vetri. Un'altra innovazione ha riguardato i pilastri: abbandonata la colonna polistila, i pilastri si trasformano in un fascio a losanga di colonne che corrisponde alle nervature delle volte.[14]

La cappella superiore della Saint-Chapelle a Parigi

Capolavoro del gotico radiante è la Saint-Chapelle del Palazzo Reale di Parigi, la cappella che Luigi IX fece costruire a Saint-Germain-en-Layne attorno al 1243-1248 per ospitare un frammento della Santa Croce uno della Santa Corona di spine. Il prestigio delle reliquie diede lustro alla Francia e la cappella divenne quindi il simbolo della nazione in quanto paese cattolico. La struttura che venne realizzata è quindi un immenso reliquiario, che ricorda un'enorme opera di oreficeria. Le pareti, rivestite da vetri e non interrotte da transetti, erano ricoperte da vetrate colorate dal basso verso l'alto, a eccezione una bassa fascia basale decorata.[15]

Cattedrale di Saint-Urbain a Troyes

L'influenza dello stile radiante proveniente da Parigi è visibile anche nella chiesa collegiata di Saint-Urbain a Troyes, fondata dal papa Urbano VI nel 1262 in onore del suo santo patrono. L'esterno è caratterizzato da frontoni aguzzi e da pinnacoli che si assottigliano verso l'alto; l'interno invece è a due piani con vetrate che ricoprono quasi completamente le pareti. Il triforio è invece scomparso.[15]

Caratteristiche riconducibili al gotico radiante sono presenti anche nella cattedrale di Sées in Normandia (1270 circa), nei transetti settentrionale (1250 circa) e meridionale (1258) di Notre-Dame a Parigi, nella cattedrale di Strasburgo, nel Portale dei Librai della cattedrale di Rouen (1281).

In generale nel gotico radiante i vetri scuri (rossi o blu) tipici del primo gotico e del gotico maturano lasciando lo spazio a colorazioni più tenui, per lo più bianche o grigie, che creano un effetto più chiaro ma anche più freddo. Inoltre, sviluppato un'idea che era già presente nel gotico maturo, l'architettura si trasforma in una rete di trafori e fragili trafori.[15]

Cattedrali in stile gotico radiante saranno costruite nella Francia meridionale e occidentale. Nel Poitou e nell'Anjou, province dei Plantageneti, continua invece la tradizione di costruire chiese a sala, in cui cioè la navata centrale e quelle laterali hanno la stessa altezza. Questa soluzione è particolarmente apprezzata da francescani e domenicani, i quali preferivano costruire i propri conventi e le proprie chiese nel cuore della città, dove si svolgeva la loro missione.[16]

Affine a questa c'è un'altra tradizione architettonica, che prevedeva la costruzione di cappelle laterali al posto delle navate minori. Questa soluzione si diffuse ampiamente nelle chiese catalane. Uno dei primi esempi di chiesa gotica che adotta questa soluzione è la chiesa domenicana di Santa Catalina a Barcellona (1270), ma è ipotizzabile che questo stile abbia influenzato anche la cattedrale fortificata di Albi (1282-1390), nella Francia meridionale.[16]

Gotico fiammeggiante[modifica]

Facciata di Saint-Maclou a Rouen

L'ultima fase del gotico è detta flamboyant (fiammeggiante) e si colloca nella seconda metà del XIV secolo. L'attività di costruzione delle cattedrali conobbe un rallentamento nei decenni che seguirono il 1340, anche a causa della guerra dei Cent'anni tra Inghilterra e Francia. Il nuovo stile, che si caratterizza per i trafori con motivi a doppia curva simili a fiamme, si affermò soprattutto nella Francia settentrionale.

Un esempio di gotico fiammeggiante è la facciata pentagonale di Saint-Maclou a Rouen, in cui il volume pieno si dissolve in una polifonia di ornati e pinnacoli. Il medesimo trattamento viene utilizzato con risultati ancor più efficaci nelle torri, come nella Tour de Beurre (1485-1500) della cattedrale di Rouen oppure nella torre settentrionale di Chartes (1507). L'interno delle chiese flamboyant, tuttavia, è ancora una ripetizione dello stile radiante che in quegli anni era già affermato ormai da tempo.[17]

Architettura civile[modifica]

Prima di concludere e passare al gotico in Inghilterra facciamo un rapido excursus sull'architettura civile in Francia tra XII e XIV secolo. Si tratta per lo più di castelli e città fortificate, edificate in particolare durante la guerra dei Cent'anni. Oggi è possibile visitare ancora le imponenti città murate della Francia del sud, come per esempio Carcassonne e Aigues-Mortes.

I castelli invece si sviluppavano da una torre centrale, generalmente di forma circolare o, talvolta, poligonale: il mastio. I castelli erano inoltre celebri per il loro splendore, ricchi di pinnacoli e torri. Descrizioni poetiche di queste strutture ci sono giunte da varie opere letterarie del periodo. Oggi sopravvivono solo pochi castelli: la maggioranza fu infatti demolita nel XVII secolo per volontà del cardinale Richelieu.

È però possibile ammirare ancora oggi il palazzo dei papi di Avignone, un complesso fortificato con alte mura e circondato di torri composto da due strutture: un edificio da Benedetto XII attorno al 1340 per essere allo stesso tempo fortezza e monastero, e un secondo, più lussuosa, edificata da Clemente VI tra il 1342 e il 1352 su progetto di Jean de Loubinière. Al XV secolo risalgono invece l'Hȏtel du Cluny (dove dimorava l'abate di Cluny quando era a Parigi) e la casa di Jacques Coeur a Bourges. Quest'ultimo, tesoriere reale, realizzò tra il 1445 e il 1453 una struttura a pianta asimmetrica, in cui da un lato erano posizionati gli uffici bancari e dall'altra gli appartamenti padronali.

Si ricorda infine il Palazzo di Giustizia di Rouen (1499), in cui è evidente come il gotico fiammeggiante si fosse rivelato adatto non solo all'architettura religiosa ma anche a quella civile.[18]

Palazzo dei papi a Avignone

Inghilterra[modifica]

Dall'Ile de France lo stile gotico si diffuse anche in Inghilterra a partire dalla seconda metà del XII secolo, dove si sviluppò secondo caratteristiche proprie.

Primo gotico inglese[modifica]

Coro della cattedrale di Canterbury

Nel settembre 1174 un incendio distrusse quasi interamente il coro romanico della cattedrale di Canterbury. Il prestigio della chiesa era enorme: sede del primate d'Inghilterra e di un importante monastero benedettino, era centro del culto di san Tommaso Becket, ucciso proprio nella cattedrale nel 1170. Per la sua ricostruzione di decise di seguire la moda architettonica che in quegli anni si stava diffondendo nell'Ile de France, ma il maestro francese chiamato a questo scopo, Guglielmo di Sens, non riuscì a convincere i monaci a sostituire completamente il coro normanno. Si dovette così procedere a edificare sopra la cripta preesistente una nuova struttura gotica, ispirata alle cattedrali di Laon e di Notre-Dame a Parigi. La nuova costruzione presenta un alzato su tre piani con volte costolonate esapartite che poggiano su semicolonne di marmo nero di levigato di Purbeck, attorno a cui si sviluppa un deambulatorio semicircolare.[19]

La cattedrale di Canterbury ebbe grande influenza sulle costruzioni successive. Tuttavia, diversamente dal gotico francese, in Inghilterra troveranno grande fortuna i motivi decorativi. Un altro elemento di distacco dallo stile dell'Ile de France è il camminamento, ricavato nello spessore dalla parete, la cui tecnica costruttiva è affine a quella della parete anglo-normanna. Rispetto ai modelli francesi, inoltre, la cattedrale di Canterbury è estremamente lunga, una caratteristica che si spiega probabilmente con la doppia destinazione della chiesa, in quanto sede metropolitana e abbazia benedettina.[20]

La Trinity Chapel e la Corona che si trovano nella zona del presbiterio nei pressi dell'abside, e che ospitano il santuario di Tommaso Becket, si devono al maestro d'opera Guglielmo l'Inglese, che nel 1178 sostituì Guglielmo di Sens, rimasto ferito in un incidente nel cantiere. La zona absidale fu ampliata con serie si spazi collegati ma tra di loro distinti. Nel coro dei monaci si alternano pilastri circolari e ottagonali, mentre nel presbiterio, che ospita l'altare maggiore, sono poste colonne binate e nella Corona si trovano delle colonne incassate nel marmo di Purbeck. [20]

L'influenza di Canterbury è visibile nelle cattedrali di Chichester, Rochester e Winchester. Negli stessi anni i cistercensi introdussero un gotico austero ma funzionale nell'Inghilterra settentrionale, e in particolare nelle abbazie di Kirkstall e Roche. A un'altra scuola ancora è riconducibile lo stile della cattedrale di Wells.[21]

La folle volta (Crazy vaulting) che copre il coro di Sant'Ugo nella cattedrale di Lincoln

Il gotico inglese conoscerà poi ulteriori innovazioni con la ricostruzione della cattedrale di Lincoln a opera di Geoffrey de Noiers. Iniziata nel 1192, la chiesa è ricordata per la «folle volta» che copre il coro di Sant'Ugo (dal nome del committente dei lavori, sant'Ugo di Lincoln). Delle nervature viene qui accentuata la funzione decorativa con l'introduzione dei tiecerons, nervature intermedie che non hanno funzione portante e quindi non terminano nella chiave di volta, ma in un punto posto su un costolone longitudinale. Sulle pareti invece sono sovrapposti due ordini di archi acuti.[21] Continua poi a essere utilizzata la parete normanna a doppio guscio, che viene impiegata per fare in modo che le volte siano rette non dagli archi rampanti, ma dai matronei collocati sopra le navate laterali. La facciata, terminata nel 1230, è stata ampliata sui lati in modo da reiterare gli ordini di arcate cieche che si trovano all'interno.

Interno dell'abbazia di Westminster

Anche Lincoln, come Canterbury, eserciterà grande influenza su altre costruzioni successive: ne sono esempi il presbiterio della cattedrale di Ely e quella di Salisbury.[22]

Il primo gotico inglese, con il suo ridotto repertorio di motivi architettonici, verrà superato con gli espedienti introdotti nell'abbazia di Westminster, fondata nel 1245 da Enrico III. Si assiste qui alla fusione tra elementi della tradizione inglese (l'aggetto dei transetti, l'arretramento del clerestorey rispetto alle nervature della parete, la profonda galleria del triforio, nei motivi geometrici o vegetali e nelle figure scolpiti sulle arcate cieche) con elementi di provenienza francese (come per esempio il capocroce e il deambulatorio, la maggiore altezza della navata, gli archi rampanti, l'assenza del camminamento nel clerestorey, i trafori delle finestre). La sala capitolare, ultimata nel 1253, presenta invece una pianta ottagonale con gradi finestre traforate secondo lo stile rayonnant, che preannunciato il Decorated Style che si diffonderà di lì a breve.[23]

Gotico ornato[modifica]

Facciata della cattedrale di Wells

L'influenza del gotico cortese proveniente dalla Francia e introdotto in Inghilterra con l'intervento nell'abbazia di Westminster è visibile nelle cattedrali di Hereford, Lichfield, nell'Angel Choir di Lincoln (aggiunto nel 1256-1280), nella sala capitolare e nel chiostro di Salisbury.[24]

Attorno al 1290 raggiunge la maturità il Decorated Style (o stile ornato): un primo esempio è l'uso delle curve doppie nelle Croci di Eleonora (1291-1294), che furono erette da Edoardo I per segnalare il percorso funebre della regina dal Lincolnshire a Westminster.[24] Tra i principali esempi di stile ornato c'è la cattedrale di Exeter, la cui navata centrale (iniziata nel 1310) è ricoperta da una pesante volta che si apre a foglia di palma, con nervature fortemente accentuate la cui forma risponde anzitutto a finalità decorative e non a esigenze funzionali.[24]

L'influenza di Exeter è visibile nella cattedrale di Wells, in cui gli interventi iniziarono verso il 1285 e terminarono negli anni quaranta del XIV secolo. Il motivo a foglie di palma ritorna nella sala capitolare della cattedrale, a pianta ottagonale, e in parte anche nella Lady Chapel (la cappella dedicata alla Beata Vergine, elemento tipico dell'architettura religiosa britannica), anch'essa a pianta ottagonale irregolare. Altre due novità sono gli archi inflessi nei sedilia (cioè i seggi per il clero) e la volta a liernes, cioè a nervature non portanti, che hanno mere funzioni decorative (come per esempio nella volta del coro).[25] Le pareti interne presentano invece una soluzione nata dallo sviluppo dei trafori tipici dello stile cortese francese: la fascia tra l'arcata e il claristorio è occupata da una griglia a giorno in pietra. Nell'intersezione tra la navata e il transetto compaiono poi degli archi di rinforzo simili a curve inflesse che si intersecano, aggiunti negli anni quaranta del secolo a sostegno della torre.[26]

Interno della cattedrale di St. Augustin a Bristol

Questi elementi vengono ulteriormente sviluppati nel presbiterio e nella Lady Chapel tra il 1298 e il 1330 della chiesa abbaziale agostiniana (oggi cattedrale di St. Augustin) di Bristol. Qui il peso della volta viene trasmesso dai contrafforti alle pareti esterne attraverso archi che scandiscono la pianta dell'edificio.[27]

Laterna della cattedrale di Ely

Il Decorated Style però raggiunge il suo culmine nella cattedrale di Ely, ricostruita dopo che era stata devastata dal crollo di una torre nel 1322. Ne nacque un invaso a pianta centrale del diametro di 20 metri, sopra cui fu costruita una torre ottagonale. La luce entra nella cattedrale dalle quattro finestre che si trovano su ogni lato della lanterna lignea (progettata da William Harley, maestro carpentiere del re), mentre le linee oblique dell'ottagono rompono la quieta regolarità della navata normanna. Il legno inoltre più della pietra si prestava a realizzare gli elementi decorativi tanto cari al Decorated Style.[28]

Sotto la lanterna trova posto il coro, alle cui estremità furono costruite nel 1328-1335 tre campate che presentano una volta stellata a liernes. Un motivo a stelle si trova anche nella volta a liernes della Lady Chapel (iniziata nel 1321 e terminata negli anni 1335-1349). Qui, lungo le pareti, corre una serie di archi inflessi inclinati in avanti, in cui sono inserite statue e motivi vegetali.[29]

Gotico perpendicolare[modifica]

Coro della cattedrale di Gloucester

Oltre al gotico ornato, l'introduzione dello stile rayonnant nell'abbazia di Westminster portò alla diffusione in Inghilterra di una seconda tendenza: il Perpendicular Style (o gotico perpendicolare). Il nome deriva dal fatto che le strutture decorative sono impostate secondo uno schema rettilineo, verso l'alto.[30]

Primo esempio di gotico perpendicolare è la cappella di Santo Stefano a Westminster, costruita per volontà di Edoardo I, ma di cui oggi sopravvive solo la cripta, per di più pesantemente modificata. La realizzazione vide tre fasi: 1292-1297, 1320-1326, 1330-1348. Qui Michele di Canterbury e il figlio Tommaso (che gli succedette nel 1323) avevano ripreso e sviluppato elementi del gotico cortese, rielaborandoli secondo uno stile perpendicolare.[30] Questa tendenza sarebbe proseguita nella prima cattedrale di San Paolo a Londra, e in particolare nella sala capitolare del chiostro progettata da William Ramsey (oggi distrutta), dove era visibile il primo esempio di traforo perpendicolare rettilineo. Faceva inoltre per la prima volta la sua comparsa l'arco quadricentrico.[31]

Le intuizioni architettoniche utilizzate a Londra saranno poi riprese e sviluppate nella chiesa abbaziale benedettina (oggi cattedrale) di Gloucester. Il coro, ristrutturato nel 1331-1337, doveva probabilmente accogliere le spoglie di Enrico II e si ipotizza che la realizzazione fosse stata affidata a William Ramsey o a Tommaso di Canterbury. Le pareti del coro, risalenti all'XI secolo, furono lasciate intatte, mentre su di esse fu costruita una volta a liernes. L'estremità del coro è invece costituita da un'unica vetrata.[31] Il deambulatorio di Gloucerster è poi citato come uno dei primi casi (se non il primo) in cui è utilizzata una copertura a ventaglio della volta, l'ultima fase dell'interesse dell'architettura gotica inglese per la decorazione delle volte. Questo stile è riscontrabile anche in altre chiese inglesi, come nella cattedrale di York o nelle abbazie di Sherborne e di Bath.[32]

Interno della cappella nel King's College di Cambridge

Un altro esempio di copertura a ventaglio si trova nella cappella regale del King's College di Cambridge, fondato da Enrico VI nel 1441 ma completato solo molto più tardi, dopo la fine della guerra delle Due Rose. La volta a ventaglio della cappella fu realizzata da John Wastell tra il 1508 e il 1515. Il suo peso sembra scaricarsi completamente sulle pareti coperte da ampie vetrate, ma in realtà è sostenuto dai potenti contrafforti collocati all'esterno, nascosti tra le cappelle laterali.[32]

Volta della cappella di Enrico VII nell'abbazia di Westminster

Sullo stesso filone si colloca la cappella di Enrico VII nell'abbazia di Westminster, costruita nel 1503-1512 su una precedente Lady Chapel. L'intento del sovrano era di realizzare un monumento che fosse al tempo stesso religioso e politico: il primo re Tudor voleva infatti un sacrario per Enrico VI (nella speranza di una prossima canonizzazione) e un luogo di culto dove celebrare uffici per la sua anima dopo la sua morte. Il progetto è attribuito ai fratelli Vertue, ma si ipotizza che in realtà fu portato avanti da Robert Lanys il Giovane. La cappella è coperta da una sontuosa volta ornata da chiavi pendule, dalla forma di coni, sostenute da archi trasversali. Delle torrette di forma ottagonale contribuiscono a sostenere il peso della volta. Al centro trova posto la tomba di Enrico VII e della moglie Elisabetta di York.[33]

Architettura civile[modifica]

Come per il gotico francese, anche in questo caso la presentazione si chiude con un breve cenno all'architettura civile inglese di questo periodo. I primi esempi di edifici non religiosi in stile gotico possono essere considerati i castelli che Edoardo I fece costruire alla fine del XIII secolo, dopo la conquista del Galles. In genere è presente un forte senso per la simmetria, come nel castello di Harlech o nella città di New Winchelsea. La casa di campagna a Acton del vescovo Burnell, cancelliere di Edoardo I, si presenta come un blocco rettangolare con una torre a pianta quadrata in ogni angolo. Contrasta invece con questa aspirazione all'armonia l'organizzazione del Stokesay Castel, che presenta una disposizione asimmetrica delle varie parti: questa diventerà un modello per la successiva architettura civile medievale inglese.[34]

L'ambiente centrale di tutti gli edifici civili dell'epoca era la hall, la stanza in cui gli abitanti consumavano i pasti in comune. Nel XV secolo la mensa signorile sarà però spostata in un ambiente più intimo, denominato great chamber o solar, solitamente posto al primo piano. Sempre nel XV si registra la predilezione per l'uso delle torri non più con funzione militare ma come elementi decorativi ed estetici.[35]

Tra i capolavori dell'architettura medievale inglese si deve ricordare il college di Oxford, fondato dal cancelliere Guglielmo di Wykeham nel 1379. La realizzazione fu affidata a William Wynford, che progettò un'unica struttura a forma di quadrilatero che unisse la hall, la cappella, la biblioteca, il rettorato e gli alloggi per studenti e docenti. Gli stessi princìpi di coerenza ed eleganza furono applicati nel Queen's College di Cambridge, costruito probabilmente da Reginlad Ely negli anni cinquanta del XV secolo. In generale l'organizzazione degli spazi nei college riprende la simmetria che si è già incontrata nelle residenze di campagna del XIV-XV secolo.[36]

Europa centrale[modifica]

Italia[modifica]

In Italia l'arte gotica arrivò solo nel XIII-XV secolo, portata dai monaci cistercensi. Sotto l'influenza di questi ultimi le chiese gotiche italiane sono più lineari e semplici, con altezze meno pronunciate e meno decorazioni, eccetto il duomo di Milano, il quale ha quasi tutte le caratteristiche delle chiese gotiche oltralpe.

Europa meridionale[modifica]

Note[modifica]

  1. Gotico, in Enciclopedia dell'arte medievale Treccani, 1996. URL consultato il 6 febbraio 2016.
  2. 2,0 2,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 135.
  3. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 135-136.
  4. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 136-137.
  5. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 136.
  6. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 137.
  7. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 138-139.
  8. 8,0 8,1 8,2 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 139.
  9. 9,0 9,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 139-140.
  10. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 140.
  11. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 141.
  12. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 142.
  13. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 144.
  14. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 144-145.
  15. 15,0 15,1 15,2 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 145.
  16. 16,0 16,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 147.
  17. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 148.
  18. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 148-150.
  19. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 151.
  20. 20,0 20,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 152.
  21. 21,0 21,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 153.
  22. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 155.
  23. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 156-157.
  24. 24,0 24,1 24,2 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 157.
  25. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 159.
  26. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 159-160.
  27. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 160.
  28. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 161.
  29. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 161-162.
  30. 30,0 30,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 162.
  31. 31,0 31,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 163.
  32. 32,0 32,1 David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 164.
  33. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 164-166.
  34. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 166-167.
  35. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, p. 167.
  36. David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007, pp. 167-168.

Bibliografia[modifica]

  • David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Zanichelli, Bologna 2007.

Lezioni correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]